di SARA BELLINGERI – Ufficio Stampa e Comunicazione Agricoltura Sociale Lombardia
Corso pratico di agricoltura sociale - Il percorso rientra nell’ambito del progetto La sostenibilità che include vincitore del bando Cariplo. Coinvolti 20 giovani con svantaggio che si confrontano con prodotti locali e tecniche di coltivazione. Per alcuni di loro è previsto anche uno sbocco lavorativo.
La rete pavese di agricoltura sociale brilla sempre più all’insegna dell’inclusione. È, infatti, partito a gonfie vele il corso di formazione professionale “Pratiche di agricoltura sociale e tecniche di promozione della produzione locale”. La proposta formativa, rivolta a giovani con svantaggio e fragilità di vario tipo, rientra nell’ambito del progetto “La sostenibilità che include” con cui la rete si è aggiudicata l’importante bando Cariplo “Coltivare Valore”.
L’obiettivo centrale del percorso, come spiegano gli organizzatori, è quello di “fornire conoscenze interdisciplinari di natura teorica e pratica volte a sviluppare un’adeguata consapevolezza e competenza sui temi fondamentali di natura agricolo-rurale intesi in chiave di sostenibilità e promozione sociale”.
Il corso, interamente gratuito, ha una durata di 100 ore e prevede lezioni sia teoriche che pratiche. Partito a maggio si concluderà ad ottobre e ha già raccolto i primi frutti di entusiasmo e soddisfazione da parte dei partecipanti, come ci conferma uno tra i principali responsabili del progetto, Moreno Baggini, che è anche il coordinatore della rete pavese. “Il percorso sta procedendo molto bene: abbiamo 20 partecipanti anche se le richieste sono state molte di più. Positivo il fatto che partecipino sia ragazzi che ragazze, a dimostrazione che il tema agricolo è davvero trasversale. In particolare stanno destando forte interesse argomenti come i prodotti locali e le tecniche di coltivazione”.
La proposta formativa, che si avvale anche della figura di un ortoterapista, si è già addentrata con successo nella fase pratica: “Abbiamo il piacere di avere tra i nostri docenti sia professori dell’Università di Pavia sia esperti del territorio – evidenzia Moreno Baggini – Gli stessi enti locali si sono dimostrati molto partecipi nel segnalarci profili potenzialmente interessati al percorso. Il bello di questa fase è potersi confrontare con diverse stagionalità di questo lavoro che attraversa la primavera, l’estate fino ad arrivare all’autunno”.
All’interno del corso è inoltre previsto un modulo speciale dedicato al tema della coltivazione delle piante spontanee di uso alimentare (dette anche alimurgiche) della provincia di Pavia. Dato il ritrovato interesse dei consumatori nei confronti di queste, si è deciso di coltivare sperimentalmente almeno 9 specie alimurgiche come piante di tipo ortivo. “Tutto ciò, oltre a creare nuove opportunità di lavoro, potrà dare nuova linfa all’agricoltura sostenibile – evidenziano i referenti – Questa attività agricola ha inizio a partire dai semi messi a disposizione dalla Banca del Germoplasma vegetale dell’Università di Pavia”. Tra le 9 piante alimurgiche coltivate vi sono la malva, il tarassaco, il papavero, l’ortica, il luppolo, la borragine, la costolina (detta anche giuncolina), il silene (o strigoli), il cascellore (detto anche “landar”).
Il progetto prevede inoltre la coltivazione e la trasformazione di antiche varietà agricole come, ad esempio, il mais ottofile (chiamato così per il numero di file di chicchi sul tutolo della pannocchia) del territorio pavese, la zucca e l’anguria con cui realizzare la mostarda di Voghera, la zucca di Dorno.
Per 8 partecipanti del corso la formazione sfocerà poi in un vero e proprio tirocinio formativo retribuito e per 6 beneficiari sarà previsto l’inserimento lavorativo nell’ambito delle cooperative sociali partner del progetto.
Il corso, interamente sostenuto da Fondazione Cariplo e promosso da Apolf, vanta un’articolata rete di enti attuatori tra cui: cooperativa 381, Università di Pavia, Apolf (Agenzia Provinciale per l’Orientamento, il Lavoro e la Formazione) di Pavia, ACLI, fattoria sociale Balancin, Mulino di Suardi, Bipart. L’iniziativa gode del supporto di Slow Food Oltrepò pavese, Università e Provincia di Pavia, Camera di Commercio di Pavia ed è promossa dalla stessa rete Agricoltura Sociale Lombardia.